A pranzo con... Giunti al ristorante ci presentarono ad altri collaboratori
di Mina. Ricordo due ragazzi di circa 25-30 anni, molto carini il primo biondo
e l'altro bruno: Stefano Anselmo e
Mauro Balletti . Dei due Stefano
fu quello più propenso al dialogo e cominciò con il raccontarmi
il suo approccio con Mina, che tra una lettera e l'altra una volta le inviò
una proposta per un trucco personalizzato ed un nuovo look, la Mina ne fu entusiasta
e ... il resto lo sapete già Stefano è da allora che lavora per
Mina. Per Mauro era stato diverso le aveva fatto qualche scatto fotografico e
ne aveva poi manipolato l'immagine lasciando trasparire la sua vena artistica
e Mina ne aveva capito di entrambi le potenzialità e la passione e aveva
offerto loro, l'occasione della vita. Stefano e Mauro divennero così il
truccatore ed il fotografo di Mina.
Dopo avermi raccontato del loro approccio
con Mina chiesero a me, della mia passione per lei. Raccontai loro quello che
voi avete già letto se siete arrivati sin qui nella lettura. Eravamo
tutti e tre in perfetta sintonia traboccavamo di felicità parlando di lei
e sentita la passione che mettevo nel raccontare, Stefano mi disse "sai Rita,
Mina si sta attorniando di gente nuova... perchè non lasci la tua Taranto
e vieni su a Milano... potresti anche tu ..."; anche Luciano mi propose di
fare degli Special su Mina (audiocassette che avrebbero fatto il giro delle Radio
private come avveniva a quei tempi: si registrava in una città e poi le
cassettine giravano nei circuiti radiofonici di tutto il paese) ma rimase solo
un'idea, mi sembra ci fossero dei problemi con la distribuzione o fu scelta una
Radio Milanese, e non se ne fece più nulla. Stefano era prodigo di
consigli sul trucco, sui capelli, su i colori da indossare per rendere al meglio
la mia immagine e per dimostrarmelo, chiese ad una ragazza che era con loro, forse
di nome Silvana, il suo impermeabile di colore blu-elettrico e con garbo me lo
pose sulle spalle per farmi vedere l'effetto. Credetemi, i suoi consigli, li seguo
ancora oggi, e sorrido pensando che, a distanza di tanti anni, la mia auto è
di quel colore... sarà un caso?
Mentre
conversavamo con Pino Presti,
Luciano Tallarini e Giancarlo Nava, si avvicinò al nostro tavolo una giovane
artista con una cartella piena di sue creazioni, erano quadri che cercava di vendere,
e Giancarlo Nava, rivoltosi a me, mi chiese di sceglierne qualcuno che avrebbe
collocato in una mansarda di sua proprietà, sita nella lontana
California.
(ndr: Alcuni giorni dopo lessi su una rivista: ...mentre era a
pranzo con i suoi collaboratori, Mina ha acquistato tutti i quadri che un'artista
sconosciuta le ha proposto, ... davvero sorprendente, come venga manipolata la
realtà...). Durante il pranzo mi furono presentati due grossi nomi
del mondo dello spettacolo: Sergio Bernardini (proprietario della Bussola e di
Bussoladomani) e Elio Gigante (manager di Mina e grosso impresario di nomi come
Totò, Anna Magnani...) e fu proprio Tallarini che propose di fare quattro
chiacchiere con questi personaggi che avrebbero potuto "raccontare Mina"
nelle varie sfaccettature. A questa proposta incominciai ad avere un po' di timore
reverenziale, parlare di Mina con il suo manager, con chi era stato il primo a
portarla sulle scene, e con chi avrebbe potuto parlare delle caratteristiche vocali,
bhè mi sembrava "troppo". Ero preparata sul "mio mito"
ma, dovetti accettare "la sfida" anche perchè fui accompagnata
nella conversazione di tipo salottiero da Tallarini. Era stato suggestivo
parlare di Mina con chi la conosceva da tanto tempo, accompagnati dal sottofondo
musicale delle prove del concerto. Al
termine di queste "tutti in libertà" per poi ritrovarsi alle
ore 20,00 "QUI".
Dopo
la "fatica" del pomeriggio ci recammo in albergo per qualche ora, per
riposare un po'. Io ero davvero troppo felice, di lì a poche ore avrei
assistito all'evento: Mina in un concerto dal Live, non ero più nella pelle.
Faceva un freddo ed aveva piovuto e non era certo il tempo metereologico giusto
per vestirsi "come progettato" e quindi: un pantalone bianco, una maglietta
di cotone blu ed un giubbotto bianco, (acquistato da me e da mio fratello, al
mercatino la mattina stessa); e via...pronti per il concerto. Prima di recarci
alla Bussoladomani entrammo in un bar a dare uno sguardo alla partita del campionato
mondiale di calcio, ma, la testa era altrove e, quindi ci avviammo... Al botteghino,
una fiumana di gente si apprestava a varcare l'ingresso già invocano il
suo nome: "Mina, Mina, Mina" quasi per far percepire alla Signora
che era attesa più che mai, e che loro, "il suo pubblico" era
lì presente, solo per lei. Tra i tanti volti sconosciuti, molti quelli
noti. In prima fila Delia Scala, Giorgio Armani, Renato Zero, Amanda Lear e tanti
altri ancora. Io ero come Alice nel paese delle meraviglie. Avevo
già fatto amicizia con dei napoletani, avevano portato dei fiori,rigorosamente
gialli (sai a Mina piacciono di questo colore, mi disse uno di loro). Si
fece buio in sala e Walter Chiari fu simpaticissimo nell'introdurre lo spettacolo
e nel far divertire per un'ora l'immensa platea, nell'attesa dell'amata cantante.
(Si disse che fu proprio Mina a volere, per il suo ritorno alle scene, un amico
di sempre quasi per avere più forza e sentirsi al sicuro, protetta quasi),e
mentre cercavo, dal mio posto in prima fila, di seguire le battute di Walter...
arriva mio fratello Gianni che mi sussurra in un orecchio "dai, su Rita,
Mina ti sta aspettando, andiamo ... dietro le quinte...". I ricordi ci
sono tutti, come dice lei "tutto mi ricordo" ma è davvero
difficile trovare le parole per farvi provare quello che in quel momento sentivo
io. Il cuore a mille come un motore a reazione che va, con la sigaretta quasi
finita, ne accendevo un'altra e poi un'altra ancora.
Sono
dietro le quinte preceduta da Gianni ed affiancata, sorretta direi, psicologicamente
e quasi fisicamente, da Stefano. Ci avviciniamo sempre di più, a piccoli
passi...una tendina, come quelle che al sud riparano l'uscio delle case di campagna,
una figura di nero vestita, due mani che stringono nervosamente il bastoncino
della tenda, quelle mani uniche, le sue... Stefano si fa avanti e rivoltosi a
Mina le dice:<Ciao Mina, voglio presentarti Rita, sai viene da molto lontano,
da Taranto>, lei volge su di me lo sguardo frettoloso (di chi è preso
da tutt'altro) e,distrattamente mi porge la mano, volta le spalle, e se ne va.
Ahi, il mio mito... che freddezza però, che delusione... L'avevo detto,
in precedenza a Stefano e a Gianni, che non era il caso di presentarmela prima
che lei cantasse, quasi sapessi dell'aria tesa che avrei tagliato a fette. Appoggiata
"tristemente" ad un palo di sostegno del tendone sentii la voce di Mina,
nervosa ed incaz.... <queste maledette scarpe.. mi fanno un male ?... con questo
fastidio...queste piaghe all'altezza del cinturino, mi fanno male, non posso cantare...>
sembrava quasi una bimba capricciosa. Con fare disinvolto, mi affacciai dietro
quella tendina e le dissi:<vuoi un
? Sai, ho lo stesso problema e ne ho qui, una confezione>. Mina <Caz.. dai,
non dirmi che hai un cerotto?!. Dalla borsa uscì di tutto, come fosse quella
di Mary Poppins, sigarette, accendino, borsellino, tutto per terra e lei con un
sorriso si chinò ad aiutarmi con gli occhioni spalancati dicendo <grazie,
Rita, mia salvatrice per merito tuo ... potrò cantare, stasera> prende
la scatola, si volta eclissandosi aldilà della tendina. Mi accingo
a rientrare all'interno per godermi lo spettacolo quando nuovamente la VOCE <quant'è
la penale, pago la penale e me ne vado...> era Mina in preda al panico da uscita
in pubblico. A quelle parole la voce di Lina Volonghi, nel camerino, con lei,
< il pubblico è come te, è umano, vuole solo te, non avere paura,
vai...>. Restai seduta al mio posto, in shock anafilattico, forse per pochi
minuti, ma mi sembrarono un'eternità; il tempo solo di carpire il suono
della voce di Walter Chiari che, terminato il suo momento, annunciava alle seimila
persone assiepate: "Signore e signori... MINA".